Siti di e-commerce chiusi 12 giorni l’anno: effetto riflesso di una legge all’italiana

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Il Senato sta considerando la validità di un disegno di legge relativo alle liberalizzazioni, per cui alcuni tipi di locali pubblici dovranno rispettare 12 chiusure l’anno (fra cui sei flessibili). Fra le eccezioni non troviamo, però, i portali di e-commerce

In questi giorni il Senato sta discutendo un disegno di legge che prevede un obbligo di dodici chiusure l’anno nelle festività nazionali. Non mancano naturalmente delle eccezioni, come bar, cinema, ristoranti o mercatini, tuttavia fra queste non c’è ombra di distributori automatici o, soprattutto, portali di e-commerce. Stando a quanto scrive La Stampa, al momento sembra che anche i proprietari di queste tipologie di esercizi dovranno sbarrare le saracinesche virtuali dodici giorni l’anno.

Ma come è possibile chiudere un portale di e-commerce? E come è possibile chiedere di fare una cosa del genere che non ha eguali in nessun’altra parte del mondo? È possibile che sia frutto di una svista? Se sì, si tratterebbe di una svista non da poco, soprattutto se si considera che, per essere arrivato al Senato, il ddl è già stato approvato alla Camera. I problemi di una scelta di questo tipo si rifletterebbero nel panorama del commercio elettronico del Belpaese, non di certo fra i più floridi.

Se nel 2014 il giro d’affari elettronico in Italia era di 13,3 miliardi, quello dei paesi europei principali si apprestava ad avvicinarsi agli 80 miliardi di euro. Inoltre, se il disegno di legge passasse in via definitiva, si potrebbe spostare ancor più le attenzioni dei clienti italiani verso i portali di vendita degli altri paesi europei (che non devono osservare leggi di questo tipo) in quei giorni in cui in Italia non verrebbe garantita alcuna funzionalità, nemmeno online.

Sul web sono discordanti le opinioni. Confesercenti e Confcommercio si sono schierati a favore del nuovo disegno di legge, Antitrust e Federdistribuzione contro. Ma, se da una parte le discussioni su una legge del genere potrebbero rappresentare un inutile dispendio di energie, dall’altra sembra del tutto insensata se corrisposta al sempre vivo mondo digitale, che di certo non si arresta durante le intoccabili festività nazionali.

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