NVIDIA annuncia G-Sync anche per i notebook

A margine della presentazione della nuova GeForce GTX 980 Ti, NVIDIA ha annunciato come le schede video basate sulle architetture Maxwell di seconda generazione con GPU GM2xx trarranno vantaggi supplementari dalle DirectX 12, un nuovo strumento di rendering per le immagini in realtà virtuale e, soprattutto, i primi notebook con tecnologia G-Sync.

G-Sync

Insieme all’annuncio della nuova GeForce GTX 980 Ti, della quale abbiamo pubblicato nella giornata di ieri la recensione completa, NVIDIA ha parlato di G-Sync, DirectX 12 e GameWorks VR. Nel primo caso lo ha fatto in associazione ai nuovi notebook capaci di sfruttare la tecnologia di refresh rate variabile pensata per superare i problemi di tearing, stuttering e input lag. All’evento di presentazione abbiamo avuto modo di provare alcuni dei nuovi notebook e dobbiamo dire che le immagini in G-Sync sono decisamente stabili, capaci di garantire un’esperienza di gioco senza compromessi.

NVIDIA notebook gsync studioweb22.com

Grazie alla presenza di doppio buffering era possibile passare istantaneamente dalla modalità V-Sync off a quella V-Sync on fino alla G-Sync on, mentre normalmente occorre riavviare il gioco per passare da una modalità all’altra. Questo ci ha consentito di toccare con mano un miglioramento netto in termini di fedeltà dell’immagine anche sui notebook con giochi come Dying Light e Grand Theft Auto V.

G-Sync è una tecnologia volta a sincronizzare il refresh rate del monitor sulla base del frame rate erogato dal sistema video. Come abbiamo visto in precedenza funziona in qualsiasi circostanza, a prescindere dal refresh rate minimo del monitor, il che consente al giocatore di tenere G-Sync abilitato senza dover regolare le impostazioni sul dettaglio visivo in modo da assicurarsi un frame rate minimo.

Nell’implementazione desktop, G-Sync si traduce in un modulo hardware installato al posto del tradizionale scaler del monitor. Se normalmente lo scaler si occupa semplicemente di ridimensionare la risoluzione dell’output sulla base della risoluzione del dispositivo in input, il modulo G-Sync si occupa di altre due cose, ovvero del refresh rate variabile e dell’overdrive dei pixel. L’obiettivo è naturalmente quello di ridurre il più possibile il flickering, ma anche di offrire i migliori colori e contenere il ghosting ai minimi termini.

G-Sync

L’overdrive dei pixel serve a ottenere il colore giusto per il tempo della commutazione. G-Sync, infatti, esegue una previsione su quello che può essere il frame rate negli istanti di gioco successivi sulla base di ciò che è successo fino a quel momento. Questo principio vale anche per contenere l’effetto di stuttering nel caso il frame rate sia inferiore al refresh rate minimo: in questo caso il modulo fa una previsione sul momento in cui applicare il refresh del display in modo da non perdere o rimandare il frame rate appena renderizzato.

Lo stesso accade per l’overdrive dei pixel: in funzione del frame rate previsto G-Sync fa un overdrive del pixel in modo da disporre del colore giusto di destinazione entro il tempo di commutazione del pixel. G-Sync segue così lo stesso concetto di variabilità del refresh rate anche per la variabilità dell’overdrive, alternando l’intensità dell’overdrive in funzione del frame rate.

G-Sync

Per capire meglio dobbiamo dare una rinfrescata al concetto di overdrive. Si tratta di un impulso di sovratensione praticato allo scopo di accelerare l’allineamento dei cristalli liquidi e volto ovviamente a garantire tempi di risposta inferiori. I cristalli liquidi alla base del funzionamento del display, per garantire un determinato colore, devono orientarsi in una certa angolazione. Queste operazioni però richiedono del tempo e portano al verificarsi di difetti nell’immagine, come appunto il ghosting. L’overdrive, quindi, calcola l’allineamento dei cristalli liquidi per l’immagine successiva e sulla base di questo applica un voltaggio più alto in grado di accelerare la transizione di certi cristalli liquidi. A seconda della conformazione dell’immagine, infatti, non tutti i cristalli liquidi richiedono l’overdrive. Quello che fa in più G-Sync rispetto a un monitor tradizionale, è quindi regolare tutte queste transizioni sulla base del refresh variabile e del frame rate oltre che dell’immagine.

NVIDIA ribadisce che G-Sync non comporta una perdita delle performance nell’elaborazione della grafica e rimuove il limite per il quale non era possibile disabilitare il V-Sync a G-Sync attivato. Questo voleva dire che al massimo il gioco avrebbe potuto girare al refresh superiore del monitor, quindi a 144fps nella maggior parte dei casi. Disabilitando V-Sync, però, tornano i difetti di tearing, stuttering e input lag se il gioco gira a un frame rate superiore a 144fps, proprio per l’impossibilità del pannello di aggiornarsi oltre i 144Hz. Inoltre, G-Sync sarà disponibile anche in modalità finestra.

Al Computex che si sta svolgendo in questi giorni a Taipei NVIDIA ha rivelato una nuova ondata di monitor con modulo G-Sync, come potete vedere nella seguente tabella. Tra i più interessanti Acer X34 a 34″, un monitor curvo che opera alla risoluzione di 3440×1440 e al refresh rate di 75Hz e, per i giocatori, soprattutto il modello Z35 che offre tutte le dotazioni che il giocatore enthusiast cerca: ovvero risoluzione 2K+, 144Hz e G-Sync appunto.

G-Sync

Tornando al discorso G-Sync in abbinamento ai notebook, il funzionamento è sensibilmente differente rispetto all’ambito desktop. In un notebook, infatti, la GPU comunica direttamente senza intermediari con il display: non ha bisogno di scaler o del modulo G-Sync. Nel caso dei notebook, quindi, l’implementazione di G-Sync sarà più semplice e meno costosa.

I notebook annunciati da NVIDIA appartengono ai brand Gigabyte, MSI, Asus e Clevo. Nella slide successiva vedete i principali dettagli tecnici dei notebook appena annunciati.

G-Sync

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