Kim DotCom dichiara guerra a Skype, ecco Megachat: la videochat criptata

L’imprenditore di origine tedesca, ora agli arresti domiciliari in Nuova Zelanda per pirateria online, punta sulla segretezza delle comunicazioni

kim dotcom - megachat vs skype - studioweb22.com

Cavalcare le esigenze di privacy e segretezza, che il pubblico ha recentemente riscoperto dopo lo scoppio dello scandalo Datagate, per sfidare l’impero del colosso Skype. E’ l’impresa a dir poco ambiziosa dell’imprenditore di origine tedesca Kim DotCom, ora agli arresti domiciliari in Nuova Zelanda per violazione delle norme sul copyright e pirateria online, che sta per lanciare il nuovo servizio Megachat, una videochat che punta tutto sulla segretezza delle comunicazioni.

La riservatezza è garantita dal sistema “User Controlled Encryption”, nel quale la chiave di decrittazione viene fornita all’utente, che poi può inviarla al destinatario del messaggio per consentirgli di aprire e visionare il file. In questo modo la segretezza dei contenuti è inviolabile perfino per gli stessi gestori del servizio, che non possono accedere alle conversazioni. Megachat non ha bisogno di essere installato su computer e si può utilizzare direttamente dal browser di navigazione Internet.

Megachat si trova ancora in una fase di prova. Al momento si può testare sul sito della piattaforma: è sufficiente accedere, selezionare l’icona dedicata sulla sinistra dello schermo e connettersi con uno dei propri contatti. Per ora è possibile soltanto effettuare chiamate video e vocali, ma presto il servizio metterà a disposizione anche le funzioni chat testuale e videoconferenza. La specialità di Megachat e di Kim DotCom, pseudonimo di Kim Schmitz, famoso per aver creato i servizi Megaupload e Megavideo per scambiare gratuitamente canzoni e video, rimane però la condivisione di file e cartelle. L’obiettivo è inserirsi nel mercato mobile con un’app.

Intanto, l’eccentrico imprenditore, finito ai domiciliari dopo essere rimasto coinvolto nel 2012 in un’operazione antipirateria condotta dall’Fbi e portato in tribunale da sei grandi studi cinematografici di Hollywood per violazione di copyright, si gode la sua ultima creatura. Su Twitter ha scritto che “a poche ore dal lancio sono state effettuate 500mila video chiamate”.

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