Google e la NASA sperimentano il processore quantistico D-Wave X2

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Il progetto di computazione quantistica in collaborazione tra Google e NASA adotta un nuovo processore quantistico di D-Wave Systems che opera a temperature prossime allo zero assoluto
Il Quantum Artificial Intelligence Lab, progetto congiunto sulla computazione quantistica portato avanti da Google, NASA e Universities Space Research Association, ha annunciato un accordo pluriennale per l’installazione di D-Wave 2X, il processore quantistico ad oggi più avanzato disponibile al mondo annunciato lo scorso mese di agosto. Con oltre 1000 qubit, è il sistema più potente di questo tipo e sarà messo ad operare per Google e per la NASA.

D-Wave Systems è una società canadese che già da qualche anno realizza processori per la computazione quantistica. I processori D-Wave sono basati sulla ricottura quantistica o quantum annealing(un metodo per trovare il minimo globale di una data funzione oggettiva su un dato set di soluzioni candidate tramite un processo che fa uso di fluttuazioni quantistiche) e destinati alla risoluzione di problemi di ottimizzazione.

“Lavorare con i processori D-Wave ci ha aiutato a sviluppare e affinare i modelli di ricottura quantistica. Non vediamo l’ora di proseguire con i progressi che derivano da ogni generazione dei sistemi D-Wave” ha dichiarato Hartmut Neven, responsabile dei Quantum Artificial Intelligence Lab in un comunicato. I più di 1000 qubit del D-Wave 2X sono, nel concreto, circuiti semiconduttori che operano a meno di 15 millikelvin, ovvero una temperatura 180 volte inferiore a quella dello spazio interstellare e prossima allo zero assoluto.

Sebbene i nuovi processori saranno messi al lavoro il prima possibile per saggiarne le capacità computazionali, sussistono ancora dubbi sull’efficacia dell’approccio di D-Wave Systems alla computazione quantistica. Alcuni benchmark sui precedenti modelli di processori non hanno permesso di trovare la prova della cosiddetta “Quantum speedup”, cioè l’incremento esponenziale nella potenza di calcolo che rende la computazione quantistica così interessante. D-Wave Systems ha proposto benchmark alternativi che mostrano prestazioni vicine allo speedup ma secondo molti esperti il dibattito è ancora lungi dall’essere risolto.

In ogni caso le soluzioni di D-Wave non sono gli unici giocattoli nelle mani di Google per quanto riguarda la computazione quantistica. Lo scorso anno l’azienda di Mountain View ha infatti assoldato un gruppo di scienziati dell’UC Santa Barbara specializzato in questo campo. Laddove l’approccio di D-Wave è quello di usare centinaia di qubit con elevati tassi d’errore, il team accademico opera con un numero inferiore di più affidabili qubit, faticando comunque a mantenere bassi tassi d’errore alle dimensioni della macchina della D-Wave. Resta da vedere quale modello porterà gli esiti migliori, ma chiunque sia a prevalere Google potrà avere il diritto di prelazione nella scelta.

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