Chrome diventa ‘quasi del tutto open-source’ su Android

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Un cambiamento storico per Chrome per Android, che diventa “quasi del tutto open-source” a detta degli stessi ingegneri di Google. Questo potrebbe portare nuovi browser mobile basati sullo stesso Chromium che alimenta il browser di Big G

Dopo meno di sette anni dalla sua nascita, Chrome è il browser più diffuso sul mercato desktop. La base del software è Chromium, anch’esso sviluppato da Google e disponibile come software open-source. La modalità di distribuzione è stata fino a pochi giorni fa differente sulla versione mobile dell’app, il cui codice non era disponibile per la consultazione e modifica da parte della community.

Un ingegnere di Chrome per Android ha annunciato su Reddit che il browser mobile è adesso“quasi del tutto open-source”, con grossa parte del suo codice adesso disponibile nella repository di Chromium proprio come avviene da anni per la sua controparte desktop. Alcune funzionalità tuttavia non sono pubbliche, e probabilmente non lo saranno mai, come quelle relative alle connessioni con l’account Google.

Nonostante il codice alla base del browser sia aperto alle modifiche da parte della community, alcune parti sono decisamente importanti per l’aspetto finanziario della società. Google genera gran parte del suo fatturato attraverso la fornitura di banner appositamente ritagliati sul singolo utente grazie alla raccolta dei dati di quest’ultimo, ed è naturale che voglia mantenere un certo controllo sulle tecnologie utilizzate.

La “proprietà intellettuale” è un concetto che cozza con quello di open source, tuttavia Google è una realtà commerciale e, sebbene non guadagni direttamente con il suo Chrome, il software garantisce a Big G una solida base d’utenza sia su desktop che su mobile. Distribuendo al pubblico il codice del browser, però, Google acquisisce i benefici dell’open-source, con l’intera community che può partecipare ai lavori di miglioramento del software.

Come si traduce questo per l’utente finale? Gli sviluppatori possono ad esempio creare nuovi browser web per dispositivi mobile partendo da Chromium, ma diversi da Chrome, introducendo funzionalità esclusive non disponibili sulla versione ufficiale. Su desktop ad esempio troviamo Opera e Vivaldi, fra i tanti, ed è probabile che in seguito agli ultimi importanti cambiamenti accadrà un fenomeno simile anche su mobile.

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