Un celebre sviluppatore del panorama “modding” di iPhone e iPad ha mostrato un browser web funzionante su Apple Watch. Ma l’esperienza d’uso non è delle migliori
Uno dei più celebri esponenti della scena “jailbreak” su iPhone e iPad, Comex, ha mostrato un browser web funzionante su Apple Watch. L’orologio di Cupertino, così come molti altri dispositivi della stessa categoria, non viene proposto con un software di tale natura per via di evidenti limitazioni sul piano strutturale. Il display è troppo piccolo e non ci sono ad oggi siti web compatibili con un tale fattore di forma.
Comex ha pubblicato un video in cui cerca di navigare all’interno della homepage di Google con notevole affanno. Il web così come lo conosciamo oggi non considera la possibilità di navigare su display così piccoli, e c’è poco da fare a prescindere dalla buona volontà della community di hacker. Tuttavia, si potrebbe aprire un interessante dibattito, soprattutto considerando l’evoluzione “responsive” che sta avvenendo sul web.
Molti dei siti disponibili sono in grado di adattarsi automaticamente alle dimensioni del display o della finestra in uso, considerando al tempo stesso la densità dei pixel sul monitor. Si potrebbe creare una struttura per rendere la navigazione agevole anche su dispositivi ancora più piccoli degli smartphone, e portare a termine anche questo ambizioso obiettivo. Navigare sullo smartwatch potrebbe però essere efficace solo su una ristretta cerchia di siti web, con i limiti della diagonale da 1,5″ che rimangono in molti casi particolarmente evidenti.
L’installazione di un browser web su Apple Watch ha però aperto una nuova interessante prospettiva. L’orologio della Mela è in grado di eseguire codice arbitrario anche senza appoggiarsi ad un dispositivo esterno (del resto Watch OS si basa pesantemente su iOS 8.2). Si tratta di una notizia che apre la strada ad un possibile jailbreak futuro, ma non solo. Apple potrebbe rilasciare nuovi SDK “nativi” per l’orologio già alla prossima WWDC di giugno, che consentirebbero agli sviluppatori di creare app indipendenti dall’iPhone.
Comex non ha comunque rivelato ulteriori approfondimenti sull’hack compiuto, né ha promesso di fare chiarezza sull’ambizioso, ma sostanzialmente poco utile al momento, traguardo raggiunto.