Il nuovo sistema operativo di Microsoft per pc sarà svelato all’evento del 21 gennaio. Sarà l’occasione per approfondire la strategia della nuova Microsoft
Lo scorso ottobre fu la volta della Technical Preview, data in assaggio agli sviluppatori e a una ristretta comunità di utenti. Il nuovo rilascio interessa invece al grande pubblico. L’appuntamento di settimana prossima è quindi importante per capire quali ulteriori funzionalità sono state introdotte nel software e se, come sembra certo, Microsoft toglierà i veli anche alla versione Mobile di Windows 10, candidata a prendere il posto di Windows Phone.
La pubblicazione su Windows Store di Phone Insider, un’applicazione compatibile con i terminali Windows Phone 8.1, offrirà agli utenti registrati al programma “Windows Insider” la possibilità di installare sui propri dispositivi Lumia di ultima generazione (presumibilmente da fine gennaio) una versione preliminare del nuovo sistema operativo per smartphone. Rispetto all’attuale piattaforma, “10” in edizione Mobile dovrebbe portare in dote un’interfaccia in linea con quella (nome in codice Continuum) che vedremo sui computer e sulla console Xbox One, il nuovo browser Spartan (che prenderà il posto di Internet Explorer), l’assistente vocale Cortana e il supporto per gli schermi a risoluzione 2K. Se assisteremo al lancio di un nuovo esemplare Lumia di fascia alta con Windows 10 al Mobile World Congress di Barcellona, in programma dal 2 al 5 marzo, è ancora tutto da scoprire.
Affermare intanto che il futuro di Windows 10 è focalizzato su smartphone e tablet è però improprio, anche in considerazione della quota “monstre” (intorno al 90%) che Windows detiene ancora oggi fra i sistemi operativi per pc. Microsoft, questa la vera intenzione del Ceo Satya Nadella, punta a fondere definitivamente gli ecosistemi Windows Phone e Windows (affogando nel software mobile anche Windows RT, la release ad architettura di processore Arm sviluppata per i tablet low cost) facendo leva sul concetto di applicazioni universali, capaci di lavorare indistintamente su più dispositivi, anche molto diversi tra loro. Windows 10, secondo vari esperti, è un tassello fondamentale di questa strategia
Dal lato utente, questa la domanda che ci si può fare nel frattempo, ha ancora senso “aspettare” una major release di un sistema operativo? Microsoft, va ricordato, ha cambiato il modello cui aveva abituato aziende e consumatori fino a qualche anno fa: stop a rilasci programmati ogni tre anni ma aggiornamenti periodici, dettati dall’avanzamento della tecnologia, dall’evoluzione dei terminali e dalle logiche di esperienza d’uso (nonché dalle mosse della concorrenza). E Windows 10 è di fatto il primo sistema operativo che nasce in pancia al colosso di Redmond rispetto alle nuove logiche di sviluppo, distribuzione e update del software, per quanto sia stato Windows 8 (lanciato a ottobre 2012) il punto di svolta verso il mondo touch e delle app. Sotto la gestione Nadella, questa una delle tante interpretazioni possibili legate all’evoluzione di Windows, Microsoft si è avvicinata ulteriormente a Google ed Apple anche nelle logiche di rilascio del software, e non solo per ciò che concerne le funzionalità e le modalità d’uso del software stesso. Saltando direttamente da 8 a 10, il nuovo Ceo ha voluto altresì enfatizzare quanto sia diverso il nuovo Windows rispetto ai precedenti e dimostrare al mondo come a Redmond abbiano ripreso a fare “seriamente” innovazione.
La logica “multipiattaforma” del nuovo Os, in tal senso, è forse la vera scommessa di Microsoft. Windows 10 abbraccerà una grande famiglia di dispositivi, andando oltre la sfera del computing, dal mobile alle console di gaming per arrivare agli apparati intelligenti che rientrano nel calderone dell’Internet of Things. Il tutto facilitato da aggiustamenti all’interfaccia (torna a gran richiesta il menu Start e si fonde con le attuali le mattonelle animate di Windows 8) volti a rendere indolore la migrazione al nuovo software e ad uniformare e semplificare l’utilizzo delle diverse applicazioni (sia quelle tradizionali che quelle sviluppate in chiave touch). Windows 10, insomma, non sarà un software rivoluzionario ma si presenta come una piattaforma camaleontica, capace di adattarsi alle modalità d’uso del device (con o senza mouse e tastiera) e forte di compromessi che a Redmond hanno finalmente ritenuto indispensabile accettare per non far arrabbiare troppo gli utenti. Una politica dei piccoli passi, in definitiva, che dovrà sedimentare il nuovo corso del software presso un’utenza che ancora oggi intende il personal computer (Windows) come una macchina da utilizzare attraverso le tradizionali icone. Windows 7, per cui è stato già interrotto il supporto “mainstream” (gli update di sicurezza continueranno comunque fino al 2020), costituisce ad oggi uno dei prodotti “best seller” di Microsoft e, soprattutto, è installato a cinque anni dal suo lancio su oltre il 60% dei computer Windows in attività e cattura in assoluto una fetta del 55% fra i sistemi operativi per pc.
Se Windows 10 stimolerà o meno le vendite di computer, nel corso del 2015 e oltre, è presto per dirlo. O meglio. Gli ultimi dati elaborati da Idc e Gartner dicono che il mercato pc è ancora in sofferenza ma sta registrando segnali di ripresa, e l’avvento dei nuovi modelli ibridi e all in one potrebbe ben cavalcare l’inversione di tendenza. Per contro, le indiscrezioni che arrivano da Taiwan a firma del noto portale Digitimes, raccontano di vendor abbastanza scettici circa l’incidenza del nuovo Windows sulla domanda di nuovi computer. Nadella, come si dice in questi casi, è avvisato.