Sono già apparse online le prime recensioni dello smartwatch della Mela. Apple Watch sarà disponibile dal prossimo 24 aprile, ma forse è meglio aspettare la prossima generazione per parlare di rivoluzione
La stampa americana è sempre stata molto flessibile nei giudizi nei confronti dei prodotti Apple. Molte testate reputano il colosso di Cupertino come una realtà di casa non solo dal punto di vista geografico, ma anche per l’approccio della società verso il mercato tecnologico. Nonostante ciò, le prime recensioni d’oltreoceano del nuovo Apple Watch non sono così lusinghiere come potevamo attenderci. Intendiamoci, Apple Watch non ne esce con le ossa spezzate, tuttavia in ogni recensione c’è sempre un però.
Le prime recensioni sono state pubblicate a qualche settimana dal rilascio ufficiale dell’orologio della Mela, che avverrà il prossimo 24 aprile. L’impressione generale è che Apple Watch è un buon prodotto con un potenziale enorme, ma non ancora sfruttato appieno. Un orologio forse più capace rispetto ai concorrenti diretti, ma che vuole fare troppe cose discretamente, piuttosto che focalizzarsi su un’area e farlo bene. In più, sembrerebbero presenti gravi problemi prestazionali, forse relativi ad una versione ancora non definitiva del software.
Non è chiuso nemmeno il capitolo relativo all’autonomia operativa. I pareri delle prime recensioni sono contrastanti, con alcuni redattori insoddisfatti dalla durata della batteria dell’orologio e altri che addirittura scrivono che è l’iPhone a non riuscire a stare dietro al Watch della Mela. L’interfaccia, poi, non è altrettanto intuitiva come su altri prodotti Apple, e necessita di giorni per poter essere padroneggiata a dovere. Insomma, un prodotto non per tutti, pensato per chi si è avvicinato da poco alla tecnologia ma con parecchi problemi di gioventù, fra cui una grave crisi d’identità.
Cosa fa bene Apple Watch? Probabilmente nulla come qualsiasi altro smartwatch, categoria limitata da display troppo piccoli e comandi vocali non all’altezza da poter rappresentare il metodo di input principale. Ma Apple Watch ha un numero enorme di funzionalità, a cui si aggiungeranno presto miriadi di applicazioni che aggiungeranno valore al prodotto della Mela. È il migliore smartwatch in circolazione, ci dicono gli americani, ma non è ancora in grado di dirci dove vuole parare veramente la categoria. Al momento Apple Watch sembra più un prodotto di moda che un gadget tecnologico vero e proprio.
Passiamo in rassegna le diverse testate giornalistiche del web americane fra quelle che hanno recensito Apple Watch.
The Verge: Nilay Patel sostiene che Apple Watch sia “lo smartwatch più capace fra quelli disponibili ad oggi”. Il suo problema più evidente è, tuttavia, che è pur sempre uno smartwatch, con tutti i limiti del caso. Il giornalista non riesce a trovare una destinazione d’uso che sia soddisfacente, verificando inoltre performance assolutamente migliorabili soprattutto nella sincronizzazione dei dati con l’iPhone. Si tratta di una problematica da verificare nuovamente al lancio del prodotto, visto che il software non è definitivo, a detta di Apple, e potrebbe avere netti miglioramenti sul piano prestazionale. Anche la batteria non è convincente secondo The Verge, e si arriva facilmente al 10% già alle 7 di sera.
Re/code: pareri in leggero contrasto da parte di Lauren Goode, che scrive che l’autonomia operativa di Apple Watch è in realtà soddisfacente. Lo smartwatch della Mela non riesce a raggiungere altri prodotti della concorrenza da questo punto di vista, ma in alcuni casi potrebbe durare anche più dell’iPhone abbinato. È un prodotto pensato per l’appassionato del marchio di Cupertino, ma non un capolavoro senza tempo. L’interfaccia è un po’ difficile da gestire secondo Goode, ma in pochi giorni si padroneggia bene e si familiarizza con la Digital Crown.
Yahoo Tech: David Pogue ha trovato utile l’orologio di Apple se utilizzato con funzionalità basilari, come il tracciamento degli spostamenti, chiamate vocali mantenendo libere le mani, e l’uso di Apple Pay. L’orologio è utile anche per “filtrare” le notifiche dell’iPhone, scegliere le uniche che possono interessarci in un determinato momento, e lasciarci disturbare solo da queste. Insoddisfacente l’autonomia operativa: dopo 18 ore lo smartwatch di Cupertino si spegne inesorabilmente. È un dispositivo “quasi magico” per Yahoo Tech, ma si rivolge più a un pubblico modaiolo che “geek”.
New York Times: i primi tre giorni di utilizzo di Apple Watch sono stati “frustranti” secondo Farhad Manjoo, che poi ha imparato ad apprezzare lo smartwatch. Il colpevole è l’interfaccia particolare pensata dalla Mela: “Anche se dalle demo sembra semplice utilizzarlo, ci sono delle profondità inesplorate nell’orologio”, ha scritto Manjoo, continuando, “servono un paio di giorni per capire cosa può fare, e come farlo”. Secondo NYT, Apple Watch è utile per leggere rapidamente le notifiche e gestire i promemoria senza essere distratti da altre funzionalità: “È molto meno immersivo rispetto ad un telefono. Non sono molte le cose che puoi fare con un display così piccolo”, così capita raramente di iniziare a fare tutt’altro rispetto alle intenzioni principali.
Insomma, dietro alle apparenze positive delle recensioni si cela un certo malcontento verso l’orologio di Apple, che parte da un pubblico, quello americano, che spesso è estremamente entusiasta nei confronti dei prodotti di Cupertino. Il sentore generale è quello di trovarsi di fronte ad un dispositivo estremamente valido sul piano tecnologico, ma che ancora manca di una reale motivazione con cui spiccare. È la prima generazione di quella che potrebbe divenire una rivoluzione, insomma, ma quella rivoluzione sembra al momento rimandata.